Recensione scritta per Thrillernord, Associazione culturale.

La bambina senza cuore

Avevo nominato La bambina senza cuore di Emanuela Valentini, nella mia recensione di Grotesquerie, qualche mese fa. E adesso è tornata anche lei, in una nuova edizione, a cura di Watson Edizioni. Dev’essere il momento dei ritorni… inutile aggiungere che sono doppiamente felice di avere i suoi libri qui, sul Blog.

Sinossi

Whisperwood, 1890. Un lento corteo funebre accompagna una piccola bara al cimitero. Ma quando la neve inizia a scendere tutti fuggono via e la bara non viene nemmeno seppellita. Perché, a detta di tutti, la piccola defunta era figlia di una strega. Restano solo una donna e una bambina, a cantare per lei. Lola si risveglia nella buca di neve in cui è stata sepolta. Non ricorda nulla della sua morte né della sua vita. Sul suo petto una ferita aperta.

Whisperwood, 1990. Una sera Nathan, dopo aver discusso per l’ennesima volta col padre, il sindaco Morris, decide di infrangere il coprifuoco e raggiunge il cimitero proibito. Qui si imbatte in Lola, la pallida bambina che abita nel sepolcreto in rovina insieme a Rufus, un gargoyle che si crede un cane, a Bianco, un imponente angelo di marmo, e a Poeta, l’anima di un uomo d’altri tempi, anch’egli senza memorie del suo passato. Lola è una bambina in carne e ossa, sospesa in un limbo tra la vita e la morte, il cui unico pensiero è scoprire chi sia e che fine abbia fatto la sua mamma. E finalmente, grazie all’aiuto di Nathan, ma anche a quello di Rosie Maud, una vecchietta triste e solitaria, potrà scoprire tutta la verità sul suo passato.

La mia recensione

Ritorna tra le mie mani un titolo di Emanuela Valentini, e che titolo! La bambina senza cuore, che uscì in ebook nel 2013 per un’altra casa editrice, e che ora ricompare in un bel formato, con una copertina simile, ma più completa. È stato dolce e bizzarro riprendere la lettura di questa fiaba nera e gotica, com’è stata definita, perché ho ritrovato pieghe ed emozioni che avevo dimenticato e anche trascurato, nella prima lettura.

Probabilmente non ero attenta e pronta a cogliere le mille sfumature emotive e non di una storia dall’impianto abbastanza consueto: una maledizione antica sferrata per vendicarsi di un tradimento. Nell’arco di 100 anni, dal 1890 al 1990, la famiglia dei Morris di Whisperwood paga un’antica colpa biasimevole, vedendo morire l’uomo di casa al compiere del suo quarantesimo compleanno.

Le colpe dei padri ricadono sui figli? Sì, in pieno.

Nella storia che Emanuela Valentini dipana poco a poco, aggiungendo colpi di scena, humour, e piccole complicanze, è proprio così: Robert Morris, l’ambizioso costruttore e fondatore di Whisperwood, stipula un patto con gli spiriti e le divinità di un bosco vicino, senza pensare minimamente a mantenerlo. La sua azione di tradimento, dettata dall’avidità, la mancanza di rispetto e l’assoluta ignoranza verso l’altra parte del contratto, scatena una serie di avvenimenti tragici le cui conseguenze si fanno sentire sull’intera città, e non solo sul proprio figlio, Frankye, e si allungano nel tempo, fino ad arrivare al discendente Nathan.

È un ragazzo giovane, giovanissimo, di appena quattordici anni, dotato di una sensibilità non comune, esasperata anche da un dolore lancinante da cui non riesce uscire: il barbaro assassinio della madre, in circostanze misteriose, sfumate di soprannaturale. A Whisperwood, infatti, l’extra-umano, il magico, non manca. Anzi, è una presenza scomoda, arrabbiata e letale. Piccole creature feroci e inafferrabili si aggirano per le strade della cittadina sbranando e massacrando tutti coloro che osano uscire di casa con il buio. Sono anche loro emanazioni della rabbia, dello sdegno sanguigno di chi è stato preso in giro, respinto e tradito senza un ripensamento, un rimorso.

E la bambina senza cuore? Anche lei è arrabbiata, in cerca di vendetta? No, la piccola Lola, che si è ritrovata da sola, senza madre, senza più nulla, senza vita e senza morte, senza cuore persino, da un momento all’altro, cerca solo un ricordo. Cerca se stessa, cerca sua madre, e cerca di amare comunque, anche in quella condizione di sospensione tra due mondi, quello dei vivi e quello dei morti, creandosi una sua famiglia bizzarra, di angeli e gargoyle di pietra. Nathan cerca la verità, su di sé, sua madre e su quel padre che si mura nel silenzio nel tentativo di proteggerlo, nascondendogli una verità brutale, e inarrestabile. Nathan riuscirà ad avere le sue risposte, cercandole con caparbietà e un estremo coraggio. Era inevitabile per lui entrare in contatto e in rapporto con la bella Lola, così diversa, così estranea, ma così dolce e piena ancora di un amore dolente e quieto.

Ho chiuso il libro con una felicità venata di tristezza, stupita dalla facilità con cui Emanuela Valentini diventa cantastorie di fiabe così reali. Agli elementi fantastici di spiriti silvani, fate crudeli, streghe gentili, sa unire e intrecciare le sfumature e i colori delle emozioni umane, spesso tingendole del nero dell’avidità o del grigio spento dell’angoscia. Il risultato è un bellissimo manto vivo, pieno di colore, movimento e complessità. Ogni cosa si trasforma e si arricchisce, e anche una storia “fantastica” come un’antica maledizione di famiglia diventa un viaggio di crescita e di espansione, pur frammisto di cadute e di ferite.

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