Un titolo come questo non passa inosservato. E’ musicale nella pronuncia, estremamente cacofonico e stridente nella realtà: un crisantemo in agosto esiste probabilmente in forma di seme. E quanti significati si porta dietro nei suoi petali! E’ il fiore dei morti, compare a novembre, e poco avrebbe a che fare con l’estate, la stagione della vita (o meglio, della sua fioritura, tanto per restare in tema), piena di caldo, vita all’aperto, colori vividi. In realtà, il bellissimo crisantemo potrebbe pure offrire molto di più di così, come capita nel resto del mondo. In Italia amiamo bistrattarlo e appiccicargli l’etichetta di mortifero per i suoi tempi di fioritura.

E se ci penso un attimo in più, mi sembra che questa sia una caratteristica in comune con il protagonista principale, Paolo Volpi. Anche in lui c’è molto di più di quello che appare. Noi lettori lo vediamo piuttosto in fretta, per lui ci vuole un po’…

L’edizione cartacea del libro comparve nel 2009, e secondo la sua biografia, corrisponde al debutto in giallo dell’autore, che poi non ha quasi più abbandonato, come vedrete in fondo.

La sinossi

Un afoso ferragosto, una puzza nauseante, un misterioso vicino di casa, due bizzarri poliziotti, una Torino in letargo, dieci donne provenienti da un passato dimenticato e un anonimo protagonista che si trasforma in acuto investigatore. Questi sono gli ingredienti di un avvincente gioco di specchi tra passato e presente complici nell’occultare una funesta e dolorosa verità.

Il mio dialogo con il libro

Dicevo dei crisantemi, poc’anzi. Volevo scoprire in che cosa si sarebbe concretizzata la bizzarria botanica espressa dal titolo, e mi sono trovata subito a camminare nelle vie deserte di una Torino svuotata per metà dalle vacanze agostane. Non era ancora arrivato il mese, ma l’aria e l’atmosfera erano quelle:

“Trascorrere l’intero mese d’agosto nell’algida e misteriosa Torino non era un’esperienza tutto sommato poi così malvagia. Se non altro almeno per quel mese o poco più era possibile trovare un miserabile parcheggio, pagare le bollette alla posta o avvicinarsi al centro della città, anche nella cosiddetta ora di punta, senza dover sgomitare o litigare con qualche concittadino iperstressato.”

Sono le prime righe del libro, ma potrebbero essere le nostre parole, quando raccontiamo ai vicini di casa che cosa si prova a parcheggiare in agosto a Torino, o a passeggiare senza essere spinti o travolti da passanti maleducati. Già, i vicini di casa… sono i primi di cui avvertiamo il vuoto, quando arriva il momento delle vacanze, ma in questo libro non tutti se ne vanno in vacanza. Almeno, con l’intenzione di ritornare. Paolo Volpi, il protagonista di cui seguiamo i passi dall’inizio del libro, vorrebbe essere uno dei fortunati a passare il Ferragosto al mare, eventualità che si sarebbe trasformata in realtà da lì a poco se… il suo odiosissimo capo non l’avesse bloccato in ufficio facendogli dire addio alle vacanze, a causa di un lavoro irrinunciabile, importante importantissimo, urgente urgentissimo.

Mentre rientra a casa avvolto da umor nero e vuoto torinese d’agosto, l’odore a dir poco rivoltante che avverte nelle scale lo costringe, suo malgrado, a cercarne la causa. E pur con estrema riluttanza, scopre che il suo vecchio vicino di casa, anzi di pianerottolo, il signor Naldi, se n’è andato. Morto nel suo letto, misteriosamente. A prima vista sembra una di quelle tragedie cittadine che decimano il numero degli anziani soli e malati, che non reggono il caldo eccessivo e si trovano senza assistenza quando le forze mancano e la malattia ha il sopravvento. No, c’è di più di questo. (Visto? Cominciamo con il primo riferimento figurato al crisantemo, oltre a quello più ovvio dei funerali.) Il signor Naldi era anziano, faceva parte quasi della struttura del palazzo, tanti erano gli anni della sua residenza lì, ma non era sofferente e non era a rischio. Anzi, pare che la sua morte sia stata volontaria… beh, è un’ipotesi, e l’approfondirete. Paolo affronta di malavoglia le conseguenze dell’essere stato lui a notare qualcosa di storto, ma pensa che, dopo aver chiamato gli agenti di Polizia, essersi dovuto occupare obbligatoriamente di risistemare l’appartamento, può tornare alla sua vita già complicata di suo, con la prospettiva di dover passare il Ferragosto solo e al lavoro.

No, carissimo. Vieni, dobbiamo parlare. E tu hai un compito.

La morte del suo vicino di casa è appena l’inizio di una vicenda sotterranea, che ha origine in un punto fumoso del passato del signor Naldi, oltre una ventina d’anni fa. Paolo riceve una telefonata da un addetto dell’Archivio de La Stampa: c’è una busta preparata apposta per lui, che può passare a ritirare tra qualche giorno. Il mittente: l’appena dipartito signor Naldi.

Ehi, adesso si esagera. Cosa c’entra lui con il signor Naldi? Non c’è un errore? Lui non è mai stato in grandi rapporti con il defunto, a parte i saluti di rito, e adesso, dopo essersi sobbarcato incombenze di cui non sentiva alcun bisogno, deve anche ricevere una busta… ? E perché? Cosa c’è lì dentro?

Lo vedrete. Dovrete aver pazienza perché il giovane non ha alcun desiderio di farsi trascinare in una vicenda che lo ha già infastidito abbastanza, che riposi in pace il signor Naldi, ma il seme della curiosità si rivelerà troppo forte. Anzi, ha già messo radici sottili, ma consistenti. E qui cominciamo a vedere quanto c’è di più dietro l’aspetto innocuo dell’anziano signor Naldi, e anche dietro l’atteggiamento modesto di Paolo, che ha tenuto le proprie qualità di osservatore e ricercatore accuratamente anestetizzate in un lavoro e in una vita mediocri. La vicenda che si dipanerà da questo momento in avanti, però, non ha nulla di mediocre.

C’è molta solitudine, e molta cattiveria nata da un cuore incompreso e incapace di rovesciare una situazione apparentemente negativa. Molta “perversione” nel prendere qualità buone e ammirevoli e metterle al servizio della sopraffazione, della manipolazione oppressiva e della vendetta.

Anche a questo punto, però, c’è di più.

C’è un giovane uomo che scopre una vena di umanità in sé, che va oltre le belle parole teoriche e i luoghi comuni, e nuovi motivi per rispettare se stesso. E anche una capacità di indignarsi che lo scuote dalla rassegnazione che si era seduta un po’ troppe volte sulla sua vita, appiattendolo. Quello che è avvenuto in passato non si può disfare, ma cos’ha lasciato nel presente, che può creare un futuro diverso?

 

L’autore

Rocco Ballacchino

Sono nato a Torino nel luglio del 1972. Mi sono laureato in Scienze della comunicazione con una tesi in Semiologia del cinema sul personaggio di Totò nell’Italia del dopoguerra. Il cinema, la scrittura e il teatro sono da sempre le mie più grandi passioni. Tra il 2001 e il 2002 alcuni miei racconti (Internet permettendo, La sfida dei drammi e Appuntamento con la signora) sono stati citati o pubblicati sulla rivista per giovani scrittori Inchiostro. Nel 2008 la rivista Confidenze ha pubblicato, da un mio soggetto, il racconto Tu credi nei miracoli? Sempre nel 2008 ho collaborato con altri quattordici autori alla scrittura del romanzo giallo dal titolo Giallo aperto e pubblicato sul sito di editoria on line www.lulu.com.

Crisantemi a ferragosto, edito dalla casa editrice Il Punto Piemonte in bancarella, è il mio romanzo giallo d’esordio. A ottobre 2009 è uscito in libreria Io mi ricordo, un libro-dvd edito da Einaudi in collaborazione con la BANCA DELLA MEMORIA in cui è possibile trovare anche un mio breve racconto dedicato alla figura di mio nonno Salvatore. Appello mortale, uscito nel maggio del 2010 e sempre edito da Il Punto, è il mio secondo romanzo giallo. Ho collaborato inoltre, in qualità di sceneggiatore con l’associazione culturale Turin Video Production. La nostra ultima fatica è il cortometraggio Doppio Inganno, realizzato in collaborazione con il comune di Alpignano. Ho scritto i sogetti per i videoclip Se precipitango e Mani di forbice del gruppo rock Il rapimento di Viola (in passato Plug in baby).

Maggio 2012 segna l’uscita di Favola Nera, un romanzo a quattro mani in cui ho collaborato con lo scrittore Andrea Monticone e in cui avvviene il sodalizio tra il professore Andrea Corioni e il capitano dei carabinieri Gabriele Sodano, due personaggi protagonisti dei nostri precedenti romanzi.

A gennaio 2013 ho cambiato casa editrice e pubblicato, con i Fratelli Frilli, il noir Trappola a Porta Nuova, romanzo con il quale ho superato i confini piemontesi.

Sempre nel 2013 ho debuttato come autore teatrale con la commedia Operazione marito infedele portata in scena da Maria Grazia Alfarone e Alberto Pisano (regia di Alex Curina)

A inizio 2014 mi sono concesso una pausa dalle trame in nero con l’ebook Le sette vite del Capitano dedicato alla figura del calciatore Alessandro Del Piero (sempre edito dai Fratelli Frilli), pausa assai breve perché a maggio dello stesso anno un mio racconto, 12 ore, è uscito nell’antologia noir Appuntamento con il male, edita da Novecento editore. Tra il 2014 e il 2018 ho pubblicato la serie Crema-Bernardini per i Fratelli Frilli Editori: Scena del crimine, Trama imperfetta, Torino obiettivo finale, Tredici giorni a Natale e Il codice binario.

Dal 2018 sono il curatore della collana di gialli per ragazzi I FRILLINI, con cui ho pubblicato il mio primo giallo per ragazzi I gemelli Misteri e L’invasione zombie. A febbraio 2019 è uscito il giallo Matematiche certezze, scritto a quattro mani con Maria Masella (Fratelli Frilli Editori).

Sono tra i soci fondatori del gruppo di scrittori Torinoir a cui è dedicata un’apposita sezione del sito, e, con loro, tra gli organizzatori del Festival letterario Montagne in noir.

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