Recensione scritta per Thrillernord, Associazione culturale.

Flavia’s End

Questa volta, la collaborazione Thrillernord mi ha fatto conoscere un lato del tutto sconosciuto della Sardegna. Almeno per me, che conosco pochissimo il mondo delle miniere e di tutto quello che gira intorno. E anche delle tradizioni millenaria di questa isola, così rinomata, conosciuta, e ancora così profondamente misteriosa.

Sinossi

La fotografa belga Estelle Moreau arriva nel Sulcis-Iglesiente decisa a realizzare un servizio sulle miniere per una rivista internazionale. Nel piccolo paese di Nebida, ospite nel B&B dell’enigmatica Maria, inizia a esplorare un territorio che si rivelerà molto più coinvolgente di quanto avrebbe immaginato. Il viaggio comincia alla galleria di Porto Flavia, l’affascinante porto sospeso su un mare cobalto. Questo luogo ha qualcosa di arcano, che la inquieta e attira inesorabilmente. È come se avesse una storia da raccontare. Anzi, da raccontare a lei. Le vicende di Flavia, la ragazza da cui il porto prende il nome, sono note a tutti, ma alcune foto che Estelle scatta sembrano restituire una diversa verità. Sul display della sua reflex non cunicoli e vagoni ormai senza vita, ma inspiegabili immagini di un secolo prima. In preda a nitide visioni, la fotografa indagherà aiutata da Maria e da Marco, un iper-razionale ingegnere, implicati nel mistero più di quanto siano disposti ad ammettere.

La mia recensione

Ecco un libro che mi ha incuriosito, affascinato e sorpreso. Le prime pagine, immediatamente, raccontano una leggenda. Non hai il tempo di sederti comodo, che già ti sussurrano e ti dipingono il ritratto di una donna meravigliosa e potente, portatrice di luce. Stai ancora catturando l’eco di quelle parole, e una voce, che non sai ancora di chi sia, ti confida la sua angoscia, la sua paura. Il proprietario di quella voce sta facendo qualcosa, forse qualcosa di terribile, folle, ed è assalito da dubbi, rimorsi, paure. Non hai tempo di domandarti chi è, se ha a che fare con la donna di prima, che immediatamente sei catapultato nel bel mezzo delle curve di una provinciale sarda, seduto vicino ad un’altra donna. Costei è un po’ meno leggendaria, esiste, e si sta recando in un paese dell’area mineraria del Sulcis-Inglesiente sardo, attraversando uno di quei paesaggi che esistono solo in quell’isola. L’autrice li descrive con sobrietà accurata, con pochi tocchi: sono così potenti da soli, che non hanno bisogno di tanti dettagli e di tante parole per manifestarsi nella mente di chi legge. La donna che guida è Estelle, viene da lontano, da un Belgio freddo e umido che, però, ha un punto in comune con la Sardegna: la forte presenza di miniere come produttori economici. Estelle Moreau, d’altra parte, ha nonni sardi… due coincidenze in una botta sola? Lo scoprirete leggendo.

Porto Flavia

E poi, quasi subito quel nome affascinante, quasi cacofonico nell’accostamento di due nomi, uno maschile e uno femminile, Porto Flavia. Non riuscivo a smettere di pensarci. Era così bizzarro e affascinante al tempo stesso: uno scrigno di mistero già solo nel nome!

Tutto, in questo romanzo, è un rimando continuo e dinamico, un passaggio e un confronto tra opposti, sia spaziali, sia temporali. In pochi secondi, passiamo dalla nostra epoca di smartphone e macchine fotografiche digitali alle atmosfere seppiate degli anni ’20, un rimbalzo agile tra eventi passati e presenti, tra leggenda e realtà, come se queste dimensioni apparentemente diverse non potessero fare a meno di parlarsi, di confrontarsi. E soprattutto, non fossero mai morte, mai passate, ma solo lì, in attesa.

In attesa, forse, di un catalizzatore inconsapevolmente potente come Estelle che, dalla sua primissima visita all’affascinante Porto Flavia, un sito minerario unico nel suo genere, capta subito la presenza di qualcosa che chiede di essere rivelato, sistemato, per portare pace. C’è un segreto, un intero passato avvenuto negli anni ’20, che ha lasciato una traccia pesante e inquieta. Nessuno raccoglie questa domanda, a parte Estelle che, pur non comprendendo che cosa le stia davvero capitando, espone coraggiosamente se stessa, il suo tempo, le sue energie, anche la sua credibilità, per riportare serenità nel cuore di chi aveva seppellito le sue angosce e i suoi segreti sotto una montagna di razionalità, per non doversene più occupare.

E’ un compito anche pesante, e costerà molto a Estelle… ma impareremo a conoscere la sua forza, la sua determinazione, la sua bellezza e la sua creatività con la macchina fotografica, quasi la sua bacchetta magica.

Miniere Iglesias, Parco Geominerario

L’autrice si è rivelata originale nel modo di raccontare una storia con una struttura già nota (la leggenda/l’evento del passato che torna a sconvolgere il presente, come una specie di maledizione antica), ricorrendo ad un taglio moderno, nel racconto. C’è molto rispetto per una vicenda lontana di tristezza, ma nessuna soggezione, nessun timore reverenziale verso quel lato oscuro e inquietante di certi luoghi pieni di energia, che hanno raccolto le tracce di eventi angoscianti. Ha saputo creare anche una rete di personaggi femminili forti e misteriosi intorno a Estelle, come Maria, la proprietaria del B&B che sa sempre tutto, e forse troppo, la stessa Flavia Vecelli, la dedicataria del sito, con la sua presenza eterea e nonostante questo, ingombrante.

Il libro documenta con molta accuratezza il reale sito di Porto Flavia, di cui riporta anche numerose fotografie, e la storia dell’industria mineraria in quella parte della Sardegna, dal punto di vista umano di qualcuno che l’ha vissuta direttamente sulla sua pelle. Se dovessi rappresentarlo con un’espressione, direi che questo libro è un caleidoscopio di tempo, spazio ed emozioni: da qualunque parte si inizi a guardarlo, è una sorpresa sempre nuova.

L’autrice

Claudia Aloisi è nata a Forlì nel 1974, dove tuttora vive. Laureata in Lettere Classiche all’Università di Bologna, con una tesi in Storia Romana, si diploma anche in Scienze Religiose, discutendo una tesi di Antropologia Filosofica. Attualmente insegna in un Istituto superiore di Forlì. Appassionata cultrice di lingue antiche come latino e greco, parla inglese e francese. Sposata, due figli e un gatto, ama rilassarsi cucinando e curando il giardino. Meta preferita dei suoi viaggi, punto di partenza e termine di ogni meditazione, è la Sardegna, terra che ama in tutti i suoi aspetti. Ma la sua vera passione, l’attività a cui dedica ogni momento libero ed energia è la scrittura. Ha al suo attivo due romanzi storici, ancora inediti.

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